La Casa Madre Mazzarello si prepara a cambiare veste, ma non perderà la sua essenza fondante di scuola rivolta ai bambini dell’infanzia e della primaria. A comunicarlo, ribadendo le modalità con cui si sta sviluppando questo percorso, è suor Isabella Maiolo, direttrice della comunità salesiana delle Figlie di Maria Ausiliatrice e responsabile della scuola. 

Alcune delle suore che vivevano qui si sono già trasferite in altre realtà. “Le nostre sorelle più anziane – spiega suor Isa – sono già state trasferite in case più adatte alla loro condizione, dove possono godere di tutta l’assistenza necessaria. Io personalmente mi trasferirò ad Alessandria, vicino ad Asti, perché continuerò a seguire la Pastorale Giovanile per la Diocesi e a essere di supporto alla scuola, che rimarrà tale e quale a come la conosciamo”.

Cosa succederà dunque a partire dal prossimo anno scolastico?

“L’Opera, e dunque la scuola, passa alla gestione della cooperativa Progetto A, che se ne occuperà dal punto di vista giuridico, educativo e didattico. Manterrà esattamente lo stesso impianto, lo stesso orario, le stesse rette, lo stesso personale, a eccezione di un’insegnante che andrà in pensione. Proseguirà la formazione seguendo il metodo educativo salesiano, che sarà sempre gestito dalla sede centrale di Torino. Per maggiormente garantire continuità e serenità, proseguirà la mia collaborazione con la cooperativa”.

Come hanno accolto questa decisione le famiglie degli studenti?

“Abbiamo mandato una lettera molto chiara a tutti gli iscritti, specificando che per loro, di fatto, nulla sarebbe cambiato. Alcuni genitori hanno capito la situazione, altri invece si sono lasciati prendere dalla paura del cambiamento, dando credito a notizie false. Lo ribadisco ancora: per l’attività scolastica non cambia assolutamente nulla. Del resto, già da tempo la didattica era portata avanti da laici e le suore erano solo una presenza non sempre riconosciuta. I cambiamenti portano sempre con sé delle migliorie e quella a cui affidiamo la scuola è una realtà di cui ci fidiamo ciecamente. Il passaggio non è stato certo affrontato in modo superficiale”.

Come mai è stato necessario prendere questa decisione?

“Il nostro istituto religioso è vivo e attivo a livello mondiale, ma soffre, come tante realtà, la difficoltà del ricambio generazionale, soprattutto a livello piemontese, dove tutto è nato. In Piemonte sono numerose le sorelle anziane e non tutte le giovani possono assumere un ruolo così importante come la direzione di una scuola primaria. Tante giovani sorelle che entrano nella comunità hanno lauree che le portano a insegnare in istituti superiori e, inoltre, per scelta del nostro istituto religioso, non si portano “a forza” in Italia sorelle di altri Paesi, dove non si assiste a questa flessione”.

L’intervista completa e altri approfondimenti sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 9 maggio 2025

Laura Avidano