Una poesia e una melodia, e così via: ecco la rima vincente dell’incontro con Ardiana Dajti, poetessa dell’ “altra metà del mare”, come lei stessa parla della sua patria, l’Albania. Sabato scorso l’associazione culturale italo-albanese “Madre Teresa di Calcutta” di Asti ha trovato ospitalità al Centro San Secondo, con cui esiste già una consolidata collaborazione. Ottimo pretesto per la riunione della comunità albanese è stata la presentazione della raccolta di poesie “Lacrima scesa dal tuo Paradiso”. Ardiana Dajti è laureata in Lingua e letteratura albanese e ha lavorato come giornalista radiofonica nella sua città, Scutari. Dal 1998 vive in Toscana.
Un incontro fra albanesi prima di tutto, che conservano così il contatto con la loro cultura originaria, ricostruendo una collettività che ha una storia e valori comuni.
Un incontro fra nuovi italiani, i ragazzi della seconda generazione che migranti non sono più, ma portano con sè un bagaglio culturale trasversale: un doppio impegno dunque, che porta fin dalla nascita al confronto e alla condivisione.
Un incontro infine con gli italiani che credono che non solo gli immigrati devono integrarsi, ma anche chi accoglie deve conoscere il suo ospite.
Dopo l’intervento della padrona di casa, Daniela Grassi, responsabile del Centro Culturale, si sono alternati i versi della poetessa alle note del repertorio albanese. I musicisti Gjovana Guli e Arbera Rubolino ai violini e Leonard  Plumbini alla chitarra e al violoncello hanno così allietato la serata. Hanno dato voce ai versi invece i giovani ragazzi della seconda generazione, tanti astigiani di nascita (Luigi Guli, Grecya Bashaj, Ornella Darova, Klaudia Luani, Jane Plumbini), nonché le mamme dei primi due, con l’hobby della poesia (Kozeta Guli e Amazona Bashaj).
La parola è passata dunque alla curatrice della prefazione prof.ssa Maria Rita Mazzei, che ha commentato e spiegato le cause più profonde e biografiche dei versi della Dajti, sottolineando in particolare il tema principale, cardine su cui ruotano tutte le sue metafore: la nostalgia. Una ballata tradizionale di Scutari, un brano della colonna sonora di un vecchio film albanese in bianco e nero: è così che anche i musicisti hanno espresso la nostalgia del migrante, consolata dalla condivisione nella comunità.
Momento di particolare commozione è stato il coro spontaneo degli albanesi presenti in sala alle note di “Lule bore”, in italiano “Ortensia”, una canzone popolare di Scutari.
Il prossimo appuntamento dell’associazione, come ha ricordato il presidente Eduard Soppi, sarà il 19 marzo al Colle Don Bosco in occasione della Festa della Primavera.