Ha le idee molto chiare Sara quando racconta dal vivo della sua esperienza che “il compito della società non è far sì che le persone disabili diventino normali”. Il nostro compito è aiutarli a essere se stessi”. “Nostro compito” si rivolgeva alla platea dell’incontro convocato ieri in Municipio per presentare le principali linee di lavoro, che l’insieme delle Istituzioni locali stanno realizzando a favore della disabilità. Una serie di progettualità, alcune in corso altre in attivazione, con una attenzione e un richiamo comune, sensibilizzare al rispetto di chi è più fragile.
Aprendo i lavori sono l’Assessore Cotto e il presidente della Fondazione Crat Mario Sacco a concordare sul disegno di una vera e propria rete tra l’ambito pubblico e del privato sociale, che permetta di creare le condizioni per sostenere l’area della non autosufficienza, della povertà, e della disabilità “ E in questo settore pur limitando gli interventi la Fondazione credo abbia svolto un ruolo importante e per cui crediamo dobbiamo sempre fare di più”.
Dall’AslAT un messaggio rassicurante, a dirlo è il Commissario Giovanni Messori Joli “nonostante la congiuntura economica negativa abbiamo erogato fondi aggiuntivi rispetto agli anni precedenti, si parla di 150.000 euro, dedicati alla residenzialità e semiresidenzialità, con ricadute positive sul tessuto economico astigiano, privati ed Enti gestori ”. E’ il dr. Gianfranco Masoero responsabile dei Servizi territoriali, a offrire dati e percentuali attinenti la quota di partecipazione sanitaria, con 156 presenze nei centri diurni e 202 nei servizi residenziali. Un lavoro, svolto dai professionisti dell’Unità multidisciplinare di valutazione delle disabilità (Umvd), importante e significativo, come è stato osservato, che vede coinvolto personale di Asl ed Enti gestori, ancora più rilevante per la frequente personalizzazione degli interventi.
Inps in campo con un programma a sostegno della non autosufficienza rivolto ai dipendenti e ai pensionati pubblici e i loro famigliari: Home care premium. Si tratta, ha spiegato Lucia Marsilio responsabile del servizio interprovinciale Credito Welfare, di un contributo economico finalizzato al rimborso delle spese sostenute per l’assistenza domiciliare, regolata da contratto di lavoro domestico e prestazioni integrative di assistenza alle persone erogati dagli ambiti territoriali o da Enti convenzionati con l’Istituto previdenziale.
Servizio sociale e Istruzione sono gli ambiti che vedono l’intervento del Comune nell’area disabilità. A illustrarlo è il Dirigente Roberto Romito “un trend costante di spesa, circa 1 milione e 600 mila euro, con una crescita del ricorso all’affido di adulti, e dei servizi domiciliari, a cui si aggiunge l’assistenza scolastica erogata per 50 mila ore, 4 mila ore per assistenza fuori orario scolastico, e un significativo impiego di ore restanti durante i Centri estivi. Una ulteriore voce di bilancio importante il trasporto a scuola e ai Centri diurni per un ammontare di circa 1 milione di euro”.
Quando si parla di affido si pensa a minori, ma vale anche per gli adulti. E’ il caso di soggetti fragili e con disabilità che non possono essere adeguatamente assistiti in ambito famigliare o sono soli, ma il cui livello di autonomia permette permanenza a domicilio e la possibilità di intraprendere percorsi di vita indipendente. E’ quindi un progetto individualizzato di autonomia possibile che si costruisce all’interno di una relazione d’aiuto. Lo spiega bene Ornella Lovisolo la funzionaria dell’Assessorato Politiche presentando il progetto Con-tatti generativi “Si tratta di un percorso progettuale di sviluppo e potenziamento di un precedente finanziato dalla Compagnia di San Paolo. Portiamo in dote oltre 20 nuovi potenziali affidatari, 8 affidi attivati di cui 4 in collaborazione con il Cepim e il Centro Studi per i Diritti e la Vita indipendente dell’Universitò di Torino, una significativa collaborazione di presa in carico con AslAt. Ora guardiamo avanti con la formazione di nuovi affidatari, aiuto psicologico, mantenimento di 8 affidi diurni e attivazione di 2 affidi rivolti a ragazzi che hanno terminato il percorso scolastico, ricerca per migliorare ulteriormente il progetto”.
“Tante progettualità quindi, per essere segno di civiltà e parità di diritti”, ha detto ringraziando tutti i presenti l’Assessore all’Istruzione e le Politiche giovanili Elisa Pietragalla, “ Voglio qui rilanciare l’esperienza di una recente partita inclusiva disputata tra studenti e quindi il valore dello sport”.
Senza però dimenticare, ce lo ricorda ancora Sara, autrice del frontespizio della cartella distribuita all’assemblea, che esistono ancora molti imbarazzi e occhiate di sospetto per chi ha una disabilità. Le leggi abbondano, ma nel concreto quotidiano l’accessibilità non è pienamente realizzata, è parziale”.
Quel bozzetto invece è chiaro… e dice, più che enunciare principi: una macchina vistosamente ingombrante e colorata sta dove non deve, intorno in grigio c’è chi sopporta l’attesa. Fino a quando? E’ questa la nuova sfida: l’attenzione si deve spostare dalla sfera della disabilità al tema dell’accessibilità, per un ambiente responsabilmente privo di barriere, architettoniche e culturali. Traduce la definizione proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità quando sostiene che la disabilità non è semplice assenza di malattie, ma il risultato dell’interazione di condizioni di salute e fattori sociali.
Va come colmata quindi un’ultima distanza. Lo segnala il Sindaco “Non ci fanno onore le 814 infrazioni al divieto di sostare negli spazi riservati alle persone con disabilità (fonte Polizia municipale 31 gennaio2018/31 maggio 2019) e aggiunge, citando l’invito colto da un attore disabile, sapendo di cogliere un nodo evidente, “Non trattateci come eterni bambini, non lasciateci legati a quello che eravamo”.