compostaggioNel corso del 2009 alcuni proprietari di terreni e fabbricati siti nei pressi dell’impianto di compostaggio di San Damiano, avevano chiesto a Gaia il risarcimento dei danni conseguenti alle esalazioni provenienti dal ciclo di lavorazione del compost, ritenute intollerabili e giudicate causa di diminuzione del valore degli immobili di loro proprietà. Dopo anni di approfondimenti tecnici, il Tribunale ha accolto integralmente la strategia difensiva elaborata da Gaia con il supporto dell’avvocato Marco Venturino, affermando che, considerata la funzione di interesse pubblico fondamentale svolta da Gaia ed effettuato il necessario bilanciamento degli interessi in gioco, il fatto che dall’impianto si propaghino, in via occasionale, odori sgradevoli – che non superano comunque la soglia di normale tollerabilità, così come chiaramente accertato dalle consulenze tecniche – non giustifica la condanna di Gaia. I risultati della perizia del tecnico incaricato dal tribunale hanno incontrovertibilmente escluso che le esalazioni sgradevoli abbiano assunto intensità, frequenza ed un grado di intensità tali da renderle insostenibili, e sono, per Gaia, un’ulteriore conferma della validità e dell’efficacia del lavoro svolto negli anni per migliorare le condizioni impiantistiche e limitare i disagi, anche a fronte di notevoli sforzi e risorse impiegate. “E’ un approccio che tiene in considerazione tutti gli stakeholder – sottolinea il presidente Giovanni Periale  -dagli azionisti, ai clienti, dalle generazioni future ai singoli cittadini che abitano nelle vicinanze degli impianti. Non è un caso che da 7 anni Gaia realizza anche il Bilancio di Sostenibilità, lo strumento di rendicontazione che mette al centro i rapporti con gli stakeholder (i portatori di interesse)”.