La costruzione della centrale di teleriscaldamento nella rotonda di accesso dei fornitori del “Cardinal Massaia” di Asti è “una scelta inopportuna che danneggia il nostro ospedale”. A sostenerlo è il MoVimento 5 Stelle di Asti, che in collaborazione con le liste Uniti per Asti e Federazione della Sinistra ha programmato un incontro a tema con la cittadinanza. L’appuntamento è per lunedì 11 maggio, alle 21, nel Teatro della Torretta (piazza Nostra Signora di Lourdes). “La centrale porterà inquinamento concentrato in prossimità di degenze ospedaliere, parchi, scuole, piste ciclabili, in un’area densamente abitata. Dobbiamo mobilitarci per respingere questo progetto”, è il messaggio lanciato sul sito del MoVimento (www.movimento.asti.it) e che si ritrova nei volantini distribuiti in questi giorni dai vari gruppi di attivisti astigiani nei principali luoghi di raccolta (piazze, scuole, mercati, quartieri etc.) Le opposizioni non credono, quindi, alle rassicurazioni fornite lo scorso 29 aprile al teatro Lumerie dall’ingegner Mauro Montrucchio (Politecnico di Torino) affrontando il tema dell’inquinamento prodotto dalla centrale che, a suo dire, sarà inferiore “sia in città che nella zona” rispetto a quello immesso in atmosfera dall’attuale impianto termico attivo in Ospedale. LA CENTRALE IN OSPEDALE: L’ESEMPIO DI UDINE – L’installazione della centrale di teleriscaldamento in prossimità di un ospedale non è una novità assoluta in ambito nazionale. Un esempio è fornito dall’impianto di Udine. La centrale termica di trigenerazione friulana (con produzione congiunta di energia elettrica, termica e frigorifera, così come previsto anche per il progetto astigiano) è stata inaugurata il 21 dicembre 2012 nell’ospedale “Santa Maria della Misericordia”. L’investimento. Il progetto è stato realizzato dalla ATON (società partecipata da SIRAM spa al 99,7%) in collaborazione con Rizzani de Eccher spa e le cooperative Ar.Co e Cpl Concordia, per un costo complessivo di circa 113 milioni di euro (sono invece 40 i milioni previsti per l’impianto di Asti), coperti per due terzi dai privati che, oltre ad aver realizzato l’impianto, svolgeranno i servizi energetici e di manutenzione per i prossimi 26 anni (ad Asti è invece prevista una convenzione trentennale). L’impatto ambientale. La centrale dell’ospedale di Udine è dotata, oltre alle caldaie, “di 3 motori a metano e 2 a olio vegetale che generano una potenza termica totale di circa 86 Megawatt” (dati Siram), mentre la centrale astigiana avrà una potenza di 80 MW. La rete di teleriscaldamento si dirama dall’ospedale udinese per circa 13 km, quasi la metà rispetto agli oltre 30 km che correranno lungo il perimetro del nostro centro storico, e può fornire, a pieno regime, energia a 39 grandi utenze (22 pubbliche e 17 private) che equivalgono, si legge ancora sul sito della Siram, “alla riduzione del 32,9% delle emissioni nocive in atmosfera e dell’anidride carbonica, che diminuirà di 16.920 tonnellate annue”. Per l’impianto astigiano Iren, socio di Asti Energia e Calore S.p.A. che si occuperà della realizzazione e la commercializzaione del servizio, stima “mancate emissioni in atmosfera pari a 5.000 tonnellate di CO2 all’anno, una riduzione pari a quella emessa annualmente da 1.600 auto” e la possibilità di teleriscaldare 500 stabili, corrispondenti a 25.000 abitanti. Costi all’utenza. Sul tema dei costi, Pier Luigi Barollo, responsabile commerciale per l’area del Friuli Venezia Giulia di Siram, in un’intervista rilasciata al Messaggero Veneto ha precisato:  “Chiediamo una cifra simbolica: 20 euro per kilowatt di potenza installata. Per un condominio di 25 appartamenti circa 10 mila euro, che significa circa 400 euro a famiglia per la posa delle tubazioni”.  Non sono ancora disponibili i dati precisi per la città di Asti ma il sindaco Fabrizio Brignolo ha già avuto modo di chiarire che “nessuno sarà obbligato ad allacciarsi, quindi il teleriscaldamento dovrà proporre costi competitivi per convincere gli utenti ad abbandonare le attuali caldaie tradizionali e, per evitare che in seguito le bollette aumentino, il Comune ha imposto che siano praticate sempre tariffe uguali ai nuovi e ai vecchi clienti, in modo che questi ultimi siano tutelati”. Fabio Ruffinengo