SLOT MACHINELa Corte dei Conti ha contestato penali per quasi 100 miliardi ai gestori dei giochi Atlantis World, Giocolegale limited, Snai, Sisal, Ematica, Cogetech, Gamenet, Lottomatica Videolot Rete, Cirsa Italia, H.b.G. e Codere. Le contestazioni riguardano il mancato collegamento degli apparecchi alla rete telematica dello Stato, gestita da Sogei, ma risulta che i concessionari delle slot machine ne verseranno circa 2.7 miliardi di euro, salvo ulteriori riduzioni risultanti dai ricorsi ancora in corso. Per questo è urgente e doveroso che il Governo verifichi eventuali responsabilità sul piano amministrativo e disciplinare e assuma iniziative normative per definire meglio l’esercizio del controllo pubblico e la certezza della pena, al fine di evitare che venga vanificato l’operato delle forze dell’ordine e si dia la distorta percezione di favorire il mancato rispetto delle regole, in un settore che è peraltro soggetto ad infiltrazioni della criminalità organizzata”: così dichiara Luigi Bobba (Parlamentare PD, VicePresidente Commissione Lavoro Camera dei Deputati), che ha presentato un’Interpellanza urgente al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Ministero della Salute relativamente all’inchiesta sull’evasione fiscale dei concessionari del gioco d’azzardo (l’Interpellanza è stata sottoscritta anche dai Deputati piemontesi Antonio Boccuzzi, Mimmo Lucà ed Elisabetta Rampi). Spiega Luigi Bobba: “La connessione telematica ha il compito di rilevare il reale giro d’affari di ogni singola slot-machine in modo da determinare la correttezza del montepremi e il gettito erariale. L’esorbitante ammontare delle penali in questione viene ricavato dalla convenzione di concessione stipulata nel 2004, che prevedeva (prima di una modifica nel 2008) una penale di 50 euro per ogni ora di mancato collegamento alla rete. Nella primavera scorsa le società concessionarie e alcuni dirigenti dei Monopoli sono stati condannati al pagamento di complessivi 2 miliardi e 700 milioni di euro, poca cosa rispetto a quel che si era quantificato: tutte le interpretazioni contrattuali e tecniche sono andate a favore di chi non aveva rispettato o non aveva fatto rispettare il fin troppo chiaro contratto di concessione”. Secondo la Corte dei Conti l’inchiesta ha rilevato non solo uno sperpero di risorse pubbliche a causa del pagamento per un servizio pubblico non reso, “ma ha messo in luce gravissime illegalità che hanno escluso quasi del tutto l’esercizio del controllo pubblico sul gioco – aggiunge Bobba – e per questo è urgente un intervento del Governo, anche alla luce dei recenti provvedimenti approvati per garantire la trasparenza dei giochi d’azzardo e del riconoscimento delle ludopatie come malattie che interessano anche i giovani. È indispensabile, quindi, contemperare l’esercizio del gioco responsabile agli introiti che ne derivano per lo Stato”.