Trent’anni fa. Era il 17 febbraio del 1992 quando, fu arrestato Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Con questo arresto cominciò Mani Pulite, l’inchiesta giudiziaria che portò alla scoperta di un “sistema”, quello di Tangentopoli. L’attenzione mediatica fu subito altissima, i giudici del pool furono inizialmente acclamati come star al grido: «Di Pietro-Colombo andate fino in fondo». Abbiamo incontrato uno dei protagonisti di quella stagione, l’ex magistrato Gherardo Colombo.

La sua è un’intensa attività pubblicistica e editoriale. Nel 2015 esce il suo libro “Lettera a un figlio su mani pulite” (Garzanti), che cosa ha mosso la scrittura di questo libro? Perché ha pensato ai ragazzi?

“Ai ragazzi penso costantemente. Di Mani Pulite, sanno poco o quasi nulla, sono passati trent’anni… Salvo che in qualche scuola si arrivi ad affrontare l’argomento che per i ragazzi è storia, perché non l’hanno vissuta. Credo sia necessario, che conosciamo il nostro passato e il passato più prossimo soprattutto, cioè non tanto chi ha inventato la ruota, ma quel che è successo ieri, in modo da sapere come mai oggi è così.  L’attualità ce lo dimostra. Andiamo indietro nel tempo per cercare di capire le ragioni del conflitto. Questa dovrebbe essere la funzione della storia. E quanto alla ricostruzione storica di Mani Pulite, vedo e vedevo oggi e allora tanta, tanta voglia di raccontare i fatti in un modo diverso. E allora anche quest’anno che c’è la ricorrenza dei trent’anni, io non ho detto di no a nessuno. Sono andato da tutte le parti e ho partecipato anche da remoto, proprio perché è necessario tenere memoria di quel che è successo veramente. Adesso sembrerebbe quasi che la corruzione sia stata inventata e che la caratteristica di quel periodo sia stato l’eccesso della custodia cautelare e la tendenza a ingigantire e comunque la strumentalizzazione della stampa”.

Il suo lavoro, insieme a quello degli altri componenti del pool di Mani Pulite, ha permesso di fare venire alla luce un sistema conosciuto come Tangentopoli. Perché proprio allora, è stato possibile portare avanti un’inchiesta di quella portata e non prima?

“La corruzione ovviamente c’era anche prima che la scoprissimo. Io mi sono imbattuto in indagini che avrebbero consentito di far emergere la corruzione una decina d’anni prima tramite l’inchiesta sulla P2 nel 1981 e nel 1984-85 con i fondi neri dell’Iri, ma quelle inchieste non sono rimaste a Milano… Ci eravamo per così dire “affacciati” e poi ci hanno subito chiuso il cassetto e le carte sono andate a Roma molto rapidamente. Nel 1989 cade il muro di Berlino che significa anche disorientamento del potere. Prima era impossibile far emergere i reati dei potenti. Il muro che cade è il simbolo di una rivoluzione, ma anche di una rivoluzione degli assetti politici dell’Europa, entrano in difficoltà quei blocchi di potere che prima, appunto, chiudevano i cassetti”. 

Ecco, lei scrive a un certo punto che scopre una foglia, ma poi dalla foglia siamo arrivati a scoprire l’albero, una struttura con le sue ramificazioni. All’epoca lei se lo aspettava?

“No, che la corruzione fosse un tale sistema non me lo aspettavo. Si poteva pensare che esistesse qualche cosa di settoriale, ma non un sistema. Il sistema è qualcosa che ha le sue regole. C’era un rapporto strettissimo tra finanziamento illecito ai partiti politici e la corruzione. Si pagava su tutto. Tra le partecipate del Comune di Milano a me pare che noi non abbiamo trovato elementi di corruzione soltanto nella Centrale del Latte. Da qualunque parte si guardasse, si trovava corruzione. Ecco, un sistema del genere all’epoca, io non lo avrei mai immaginato. Per quel che riguarda la metropolitana milanese è stato fatto uno studio indipendente dai dati, riportato poi da Transparency International. Si è constatato che prima dell’intervento di Mani Pulite un chilometro di metropolitana costava intorno agli 80 miliardi di lire. Ci rendiamo conto, dopo l’inizio di Mani Pulite, il costo scese a poco più della metà”.

L’intervista completa e molte altre interviste e approfondimenti in un ricco dossier dedicato a Tangentopoli in edicola con la Gazzetta d’Asti di venerdì 5 agosto 2022

Alessia Conti