“Ragazzi meravigliosi, dalla mentalità aperta. Mi hanno posto domande straordinarie, incontrarli è stato un piacere: se i giovani italiani fossero tutti come questi il vostro Paese avrebbe un grande futuro”. Così Amos Oz ha descritto il pubblico di studenti che stamattina lo ha accolto ad Asti in occasione della sua lectio magistralis incentrata sul saggio “Contro il fanatismo”.
Realizzato in collaborazione con la Biblioteca Astense, il Comune di Asti e il Centro Culturale San Secondo, l’incontro è stato organizzato in occasione della  prima edizione del Premio Salone Internazionale del Libro, che Oz ha vinto battendo Paul Auster e Carlos Fuentes: “Un premio significativo per me – ha detto Oz -, perché viene dai lettori. E in definitiva è per i lettori e le lettrici che io scrivo, non per le giurie, non per gli esperti, non per i professori”.

Amos Oz racconta di tenere sempre una penna nera e una penna blu sulla scrivania: gli serve per non dimenticare che scrivere saggi politici è cosa diversa da scrivere romanzi. Due attività che non vanno confuse.
All’Oz con la penna nera, il militante pacifista di Shalom Akhsav, chiediamo cosa sia il fanatismo.
“Il fanatismo è un gene cattivo presente in tutti noi: è la spinta a voler cambiare una persona. Il vegetariano che ti azzannerebbe se ti vedesse mangiare una bistecca, il non fumatore che ti darebbe fuoco se aspirasse il fumo della tua sigaretta. Ho amici pacifisti che mi ucciderebbero per alcune tesi. Il fanatismo non può essere sradicato ma va combattuto con un arsenale di ironia, relativismo e curiosità”.
Ormai è in Italia da alcuni giorni. Viviamo un momento molto delicato: ha avuto modo di fare qualche considerazione sulla nostra situazione politica?
“La situazione politica italiana è molto simile a quella israeliana: anche il nostro governo è sempre sull’orlo della crisi, anche il nostro governo è di destra, anche da noi dilaga la corruzione e anche in Israele abbiamo perso il confine tra la tragedia e la commedia”.
Una riflessione da parte dell’Oz dalla penna blu: lei parla di sentimenti e di valori problematizzandoli, di amore, pace, famiglia, ma anche di tradimento, guerra, aggressione.
“E’ il concetto dell’ambivalenza, Credo che la maggior parte degli esseri umani siano ambivalenti per natura, che l’ambivalenza sia un’essenziale componente delle persone. Quando amiamo qualcuno siamo anche molto egoisti. L’amore è altruista ed egoista insieme, così come i rapporti familiari. L’amore non è l’opposto dell’odio, anzi sono molto simili. Quando amiamo qualcuno non facciamo altro che chiederci: “Dov’è lui o lei?”, “Cosa fa?”, “Chi vede?”. Quando odiamo ci poniamo le stesse domande”.

Marianna Natale