Sarà inaugurata domani, sabato, la mostra “Guglielmo Caccia 2025”, un progetto espositivo che celebra i 400 anni dalla morte del pittore noto come il Moncalvo, protagonista del tardo Cinquecento e del primo Seicento piemontese. L’esposizione si sviluppa in un duplice percorso tra Palazzo Mazzetti ad Asti e il Museo Civico di Moncalvo, e sarà visitabile dal 25 maggio al 14 settembre. Ne abbiamo parlato con Francesco Antonio Lepore, presidente della Fondazione Asti Musei.
Quali opere saranno esposte?
“In tutto sono 14 opere, sette per sede. Il catalogo è unico e include lavori in gran parte inediti. A Palazzo Mazzetti esporremo, tra le altre, un’opera su una lastra d’ardesia della nostra collezione e una pala d’altare della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, solitamente non accessibile. Tra le novità anche uno studio per figure di angioletti, recente acquisizione della Fondazione. Molti dipinti provengono da collezioni private, rendendo la mostra particolarmente preziosa. Il catalogo contiene saggi firmati da studiosi come Francesco Cottino e Andrea Rocco, con riferimenti anche alla figlia di Guglielmo, Orsola Caccia, pittrice di talento. La mostra di Asti è curata da Rocco, quella di Moncalvo dall’associazione Aleramo Onlus”.
Qual è il valore di Caccia nella storia dell’arte?
“Caccia è stato ben più di un semplice pittore della Controriforma. È vero che fu tra i protagonisti dell’arte religiosa post-tridentina, ma il suo linguaggio iconografico e simbolico è ricco e articolato. Non è solo “il pittore degli angioletti”: è un artista straordinario di respiro internazionale, che ha lasciato un segno profondo in Piemonte. La mostra contribuisce a restituirgli il posto che merita nella storia dell’arte italiana ed europea”.
A chi si rivolge questa mostra?
“È pensata per il pubblico di Palazzo Mazzetti: curioso, attento e abituato a proposte di qualità. Noi vogliamo un turismo che si fermi, che visiti, che mediti. Non quello che tocca e fugge. L’ingresso è incluso nel biglietto ordinario del museo – a differenza della mostra su Escher – e con lo smarticket si può visitare anche l’intero circuito museale e le esposizioni sui 750 anni del Palio di Asti previste a giugno: una su Mario Perosino e una fotografica con ritratti di personaggi celebri astigiani in costume da Palio, illuminati con luce caravaggesca”.
L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 23 maggio 2025
Cristiana Luongo