Steve Borge, Heavy Blomqvist, Matt Carlsson e Sbregen, alias i Backyard Dolls sono approdati, dopo poco più di un anno di live, sul palco parigino del Le Klub. A coronare il loro sogno anche l’apparizione di Dregen, chitarrista dei Backyard Babies, gruppo svedese al quale i quattro astigiano-torinesi si ispirano.

Come è stato suonare con un musicista professionista?

“E’ stato come avere sul palco un amico, con Dregen c’è stata subito una grande sintonia. E’ stata un’emozione quasi surreale. Noi eravamo abituati a vedere i suoi video mentre venerdì era assieme a noi, che ci guardava e che chiedeva l’attacco della canzone. Probabilmente nessun artista italiano del calibro di Dregen si sarebbe prestato a tutto questo, invece lui anche nel back stage si è mostrato davvero interessato e noi e al nostro gruppo”.

Quali sono state le emozioni che avete respirato a Parigi?

“Non riuscivamo a crederci. Noi abbiamo iniziato a suonare quasi per scherzo e pensare che siamo arrivati fino a lì è molto strano. La fortuna ha giocato a nostro favore ed è stato un gioco bellissimo. L’atmosfera del locale era particolarmente calda. In molti erano coinvolti e ci hanno ascoltato con attenzione, musicisti e non. Abbiamo, inoltre, ricevuto molti complimenti, cosa che in ambiente musicale è molto gradito. Parole che, pronunciate da “colleghi”, fanno ancora più piacere”.

Cosa vi spinge a fare musica?

“Ci sono molti fattori che ci spingono ogni volta a salire su un palco. Per ognuno di noi sono elementi diversi, ma il divertimento sta alla base della nostra scelta. Poi la voglia di calcare le scene e suonare per il gusto di farlo, fare divertire il pubblico e per la tensione che provoca andare in scena”.